VENA Sui Muri di Milano | Nuovo Video
February 12, 2014I Vena hanno pubblicato un nuovo videoclip, il secondo, dopo il singolo di esordio
La Grinta, tratto dall’EP Brucia Amore Brucia.
Il video, Sui Muri di Milano, è stato autoprodotto dagli stessi Vena insieme alla Teste D’Uovo Production di Roma.
Sui Muri di Milano è la storia di un amore metropolitano vissuto fra solitudine, fughe e rincorse di una metà-chimera che un po’ ossessiona e un po’ fa paura, ma di cui non ci si vuole liberare.
L’ispirazione cinematografica principale per il video di Sui Muri di Milano, girato interamente con luce naturale, è stata Requiem for a Dream, film capolavoro di Darren Aronofsky pertanto si è fatto largo uso di tecniche come split screen, time lapses e di telecamere legate al corpo degli attori.
Guarda il video di Sui Muri di Milano: http://youtu.be/
Sui Muri di Milano | Il Concept | La Regia | La Canzone
Teste d’Uovo Production è un gruppo di videomaker sperimentali, studenti di Master in Digital AudioVideo Editing dell’Università La Sapienza.
Si chiamano Francesco Eramo, Federica Palmer ed Edoardo Romagnoli.
La Trama. L’intera ambientazione del video è onirica: il protagonista si sveglia nel suo letto, è turbato dalla presenza di una ragazza che esiste e non esiste. Lui corre per la metropoli a metà fra il ricercarla e lo scappare da lei. La ragazza è la metafora della città che lo ingoia e lo trascina e pertanto assume diverse forme, fra cui alcune mistiche (vi è una citazione della Madonna degli Alberetti di Giovanni Bellini) ed altre più ambigue (la coppetta all’altezza del pube, i flash erotici sul tavolo). E’ una presenza inquieta e al tempo stesso vitale per il protagonista. Tutto il video è basato sul lasciare in sospeso lo spettatore: è sogno o è realtà?
Attori e Comparse: Daniele Schisa, Marina Quadrani, Martina Ciabatti, Edoardo Romagnoli, Francesco Gori, Antonio Gori, Leone Santi.
La Canzone intende ricreare, con il suo ritmo drum ‘n’ bass e le sue improvvise sospensioni dubstep un amore metropolitano vissuto sullo sfondo di una Milano diversa, più periferica e oscura. Possono l’amore virtuoso e quello vizioso essere conciliabili? La risposta si trova scritta sui muri della città. “io sono romantico” è una sorta di disperata dichiarazione; comunque questo amore si manifesti, anche se può apparire esclusivamente carnale o addirittura perverso, esiste una purezza nascosta e profonda. La frenesia della città, al contempo benevola e colpevole, accompagna l’inquietudine vissuta dal protagonista. La scelta degli arrangiamenti è legata a doppio filo con il tema del testo: la dnb music, presente nei club della metropoli, scandisce con il suo ritmo serrato il tempo delle corse e delle ansie che percorrono la mente, la quale viene schiacciata dai wobble bass del violento inserto dubstep del ritornello, spezzando il tempo e prendendo a pugni l’ascoltatore.
La Regia: Sui Muri di Milano è una storia d’amore vissuta in città. Le città come luoghi di solitudine collettiva, luoghi di alienazione dove si legano in un rapporto inversamente proporzionale habitat e abitanti, dove la distanza umana fra gli individui aumenta al diminuire della distanza spaziale che li divide. L’amore non è più visto come elemento salvifico, non è la ricerca del “grembo materno” che teorizzava Adler, ma prende le sembianze di una forza eterea, un qualcosa da domare, se si vuole evitare il rischio di soccombere. Questa è stata la bussola che ha orientato tutto il lavoro di regia. La volontà non è stata quella di mettere in scena una storia cronologicamente compiuta e logicamente coerente, bensì quella di esaltare il ritmo, poggiando il montaggio sul tempo della musica. L’intento è quello di disorientare gli spettatori, permettendo loro di poter entrare nel mood della canzone dei Vena, di suggerire attraverso la ciclicità delle immagini e la costruzione di piccoli quadri, alcuni elementi di storia, lasciando la loro declinazione a chi guarda.
|
|